martedì 29 giugno 2010

problemi lavorativi

Sono incazzata. E' alquanto probabile che a breve non avrò più un lavoro. Dopo oltre 10 anni di impegni, sacrifici, disponibilità nel portarsi a casa roba da fare (tutto per la semplice gloria), molto probabilmente a brevissimo mi ritroverò con un sacco di tempo libero.
La mia azienda è infatti molto piccola, e siamo tutti impegnati in attività di consulenza presso un unico cliente, che in pratica è - o almeno è stato negli ultimi 30 anni - l'ente strumentale della pubblica amministrazione piemontese in ambito informatico. Oltre ai circa 1200 dipendenti, nel corso degli anni questo consorzio ha garantito lavoro a tutta una miriade di PMI del territorio (anche questo faceva parte della sua mission), dando impiego a circa 400-500 consulenti. Basta un gioco politico mirato, ed ecco che la dirigenza che ha guidato il consorzio per trent'anni viene fatta fuori dall'oggi al domani, e comincia un processo di cosiddetta riorganizzazione. E tutti coloro che non hanno la fortuna di avere il cartellino da "dipendente" vengono messi alla porta, grazie e arrivederci - anzi neanche quello, neanche un logico preavviso per la rescissione del contratto. In pratica un organico complessivo ridotto di oltre un terzo.

Ora siamo a cavallo del mese, e le informazioni sulle possibilità di rinnovo dei nostri contratti sembrano essere avvolte dalla nebbia: non v'è certezza di nulla. Non si sa molto, a parte che anche i nostri responsabili interni al consorzio sono stati messi nel tritacarne della riorganizzazione, e anche loro sono stati declassati, spostati, cambiati... boh, insomma un casino! Anche i dipendenti di questo grande consorzio non dormono certo sonni tranquilli, tutt'altro...

Per cui dall'oggi al domani potrei restare a casa, e ovviamente la mia aziendina in questa situazione chiuderebbe. Da tutto ciò deduco che in questo schifo di paese chi lavora, è capace ed è disponibile a sacrifici è vera e propria carne da macello, mentre ci sono fior fiore di lavativi che, grazie a conoscenze, o allo status di dipendente pubblico, possono dormire sonni tranquilli (ovviamente qui non generalizzo, ma parlo a ragion veduta, avendo prestato attività di consulenza negli ultimi tempi presso un ente pubblico... dove ne ho viste di cose...).

Ad ogni modo, come dice la mia mamma, se anche dovessi restare a casa i soldi per mangiare ce li ho ancora, e l'importante è la salute :-) Questo è vero. E non è detto che se si chiude una porta non si possa aprire un portone. Però il momento è fra i più schifosi: fra i miei amici non ho esempi di qualcuno che sia riuscito a trovare facilmente un nuovo lavoro...

E comunque, non ho intenzione di farmi rovinare le vacanze da questa cosa. Vada come deve andare! Tanto non ci posso fare nulla... delle vacanze ne ho bisogno... e nell'autunno vedremo...

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