mercoledì 27 aprile 2011

amori nel tempo

Karen Marie Moning, Highlander. Amori nel tempo, Leggereditore

Hawk è una leggenda, invincibile sul campo di battaglia quanto nelle camere delle dame di tutto la Scozia. Nessuna donna è in grado di ignorarne il fascino, ma mai nessuna è riuscita a scalfire il suo cuore... Finché una fata assetata di vendetta non trasporta Adrienne de Simone dalla Seattle del Ventesimo secolo alla Scozia medievale. Prigioniera di un secolo troppo distante da lei, con la sua intraprendenza e i suoi modi diretti, Adrienne diverrà la sfida più ardua che Hawk abbia mai affrontato. E quando i due vengono costretti a sposarsi, Adrienne si ripromette di tenerlo a debita distanza...

Indecisa fra due o tre stelline su Anobii, comunque non ci siamo proprio... Questo è un tipico esempio di libro atteso con tanta trepidazione, e che poi finisce per deludere fortemente le aspettative. Forse mi attendevo troppo? Bè, non credo.

Il protagonista è bello, bellissimissimo, una specie di Rocco Siffredi medievale - il concetto viene più volte ribadito XD - ma non sono riuscita a trovarci niente che me lo facesse particolarmente apprezzare. L'eroina invece che fa? Catapultata in un'epoca che non è la sua, sembra non fare nemmeno una piega e accettare la cosa molto serenamente, salvo continuare a rifiutare cocciutamente un uomo che invece le piace moltissimo - e che nei suoi riguardi è tutto amore, gentilezza e cordialità - semplicemente per partito preso. Anche perché nel 1513 è normale che un laird scozzese (la traduzione dice "lord", sic) sia così comprensivo e sensibile nei riguardi della legittima moglie, dalla quale non ha ancora ricevuto nulla...

Ecco sì, quello che mi ha davvero dato particolarmente fastidio di questo libro è la scarsa verosimiglianza dell'ambientazione. Va bene che si tratta di un time-travel, e quindi di un libro che narra vicende fantastiche (tant'è che c'è anche il popolo fatato), però la Moning non traccia minimamente le differenza fra la Scozia del 1513 e la Seattle del 1997... sembra semplicemente che ci si sposti di stanza...
E poi non è possibile che nel 1513 il caffé (e presumo nemmeno il tè) fosse già diffuso in Europa, ancora di meno nelle remote lande scozzesi.
La diffusione del caffè in Europa avvenne principalmente in seguito alle invasioni turche alla fine del 1600, e anche l'introduzione del tè risale più o meno al principio dello stesso secolo, grazie alla Compagnia delle Indie Orientali. Quando leggevo degli abitanti del castello che cercavano di prepararsi la "tazza" di caffé scoppiavo a ridere!

Insomma, quello che mi è mancato in questo libro, e che invece mi aspettavo, credo che sia soprattutto la sensazione di trovarsi veramente nella Scozia dell'epoca. Cosa che, a differenza della Moning, invece fa mirabilmente la Gabaldon nei suoi libri... Per la cronaca, della Gabaldon io ho letto soltanto "La straniera", diversi anni fa, ma ricordo ancora bene che mi aveva trasmesso subito un vivido affresco di quelli che dovevano essere l'epoca e il luogo ritratti: c'erano l'avventura, il sesso, la magia, la storia, i clan, il sangue, le battaglie, la crudelta'.... Invece in questo "Highlander. Amori nel tempo" non c'è molto di tutto ciò, in realtà non c'è nemmeno molto delle Highlands, se vogliamo fare i pignoli :) dato che Dalkeith è nei pressi di Edimburgo.

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