lunedì 30 maggio 2011

collisioni the rock edition

Per il terzo anno consecutivo sono stata a Collisioni, il festival musical-letterario che si svolge nelle Langhe, a Novello.

Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché ho partecipato soltanto a due incontri nel corso della giornata di sabato, e quindi non è giusto generalizzare, però quest'anno mi è piaciuto di meno. Sarà che io continuo ad avere nella memoria la mitica prima edizione, con gli incontri fra scrittori e pubblico in piazza a misura d'uomo, ma credo che ormai si sia persa "l'innocenza" degli esordi. E' normale, per carità: l'evento ha funzionato, è stato ampiamente pubblicizzato in giro ed è cresciuto, in termini quantitativi... è la normale evoluzione di una manifestazione.

Però io stavolta mi sono sentita fagocitata dal meccanismo. Sarà che entrambi gli incontri a cui ho partecipato (Littizzetto e Ligabue) erano in piazza Monviso, dove quest'anno l'organizzazione non ha messo neanche una sedia e nemmeno lo straccio di un telone. Due ore in piedi nel pomeriggio sotto il sole, e tre ore in piedi la sera non sono certo stati un toccasana per la mia schiena... è naturale che non tutti potessero trovare posto seduti, ma almeno nelle due precedenti edizioni c'era stata una sorta di tenso-struttura con qualche sedia.
E non capisco come mai piazza Monviso sia stata gestita così, dal momento che invece nella più piccola piazza Tarditi la platea per il pubblico è stata di molto ampliata e migliorata, rispetto all'anno scorso. Ci sono passata e l'ho vista. Evidentemente due pesi e due misure...
E poi una lamentela che mi sento di rivolgere agli organizzatori: perché non avete trovato modi diversi (e soprattutto più vari) di riempire i tempi di attesa? Mi spiego: la Littizzetto è un po' in ritardo? Ecco che dal palco ti sparano a ciclo continuo e a pieno volume il filmato di casa Oz! Per carità: interessante vederlo una volta, anche due, ma poi basta! E il culmine è stato raggiunto nell'attesa di Ligabue, la sera: 30-40 minuti della canzone "Niente paura" sparata in loop continuativo... giuro che avrei voluto fuggire! E ogni volta che il brano riattaccava, sentivi un sacco di gente che sbuffava... non sono un'organizzatrice di eventi, ma sarebbe costato molto procurarsi un cd con qualche pezzo in più dell'artista che si stava aspettando, giusto per non tediare all'inverosimile anche i fan più fedeli?

Magari sto dicendo un'eresia, ma credo che ricomincerei ad apprezzare di più Collisioni se la prossima edizione fosse più contenuta e meno strombazzata...

giovedì 26 maggio 2011

un'ombra dal passato


Questo romanzo è un rosa-crime ad alto tasso di comportamentismo veterinario. Cosa intendo dire con questa curiosa espressione? Semplicemente che dedica molto spazio alla descrizione del rapporto tra Fiona (la protagonista) e i suoi cani. La donna infatti è un'addestratrice di cani, sia per la squadra di soccorso di cui fa parte, sia per semplici proprietari in difficoltà coi loro quattro zampe.
Mi spingo a pensare che un lettore non amante dei cani potrebbe anche annoiarsi, a leggere alcune parti. Non è il mio caso, comunque, dato che possiedo una cagnolona, e le metodologie di educazione canina descritte nel libro non mi sono completamente sconosciute... (anche se pensare che siano applicabili in modo così facile anche nella realtà è un pio desiderio, almeno per la mia "bestiaccia" XD)

Comunque, tornando alla storia in sé, la parte thriller è abbastanza ben congegnata: c'è un serial killer in prigione, a cui Fiona è fortunosamente riuscita a sfuggire anni prima, e c'è un emulo che sta tornando a riprodurre lo schema dei vecchi delitti. La parte romantica è realizzata con il supporto di Simon, un nuovo vicino, affascinante ma scorbutico artista del legno, con cui Fiona intreccia una relazione che, inaspettatamente e senza che nessuno dei due possa farci niente, diventa ben presto qualcosa di più serio.
E poi ci sono tutti i personaggi di contorno, che in tutti i suoi libri Nora Roberts è maestra nel tratteggiare in modo eccelso: l'amica veterinaria, la matrigna-mamma, i due agenti dell'FBI, la giornalista impicciona, la mamma di Simon, i membri della squadra di soccorso, Peck, Newman, Bogart, Jaws e tutti gli altri cani...

lunedì 23 maggio 2011

pollice verso

tessera soci fnac
Sono abbastanza incacchiata con la Fnac, perché la scorsa settimana ha deciso di punto in bianco di modificare il programma fedeltà soci.
Fino ad ora con ogni acquisto giornaliero venivano attribuiti 3 punti, poi 1 in più per ogni 10 euro di libri, e - soprattutto - tutti i libri venivano subito scontati del 10%. Raggiunti i 30 punti, si otteneva un buono sconto di 5 euro. Bello. La formula mi piaceva, tanto che alla scadenza della prima tessera annuale che avevo fatto, lo scorso autunno avevo deciso di rinnovarla facendola triennale (e non è che la tessera soci fosse gratis, nossignori, pur avvalendomi di una promozione l'avevo pagata pur sempre 13 euro). Però va bene, a quelle condizioni la trovavo comunque molto conveniente.

carta soci fnacEd ecco che dal 19 maggio vengo a sapere, dalla pagina Facebook, che il programma fedeltà è cambiato. Una roboante pubblicità con una novella Maria Antonietta in copertina annuncia che adesso ci saranno "più privilegi per tutti". Leggo un attimo le nuove condizioni e invece mi accorgo che si va a peggiorare, almeno per quanto mi riguarda.
Innanzitutto hanno tolto lo sconto del 10% sui libri, che adesso si pagano a prezzo copertina. Maledetti, andiamo bene! Poi questi maghi del marketing sottolineano come adesso si ottenga 1 punto per ogni euro di spesa, su tutti i prodotti, libri, ma anche dischi, dvd ed elettronica... vabbé questo mi interessa poco (perché notoriamente i prodotti della Fnac sono più cari rispetto alle altre catene, e perché non sono esattamente una forte acquirente hi-tech). Peccato che adesso per avere il buono sconto di 5 euro si debba arrivare a 100 punti. Piccolo contentino per i detentori della tessera triennale: la spesa in libri attribuisce punti doppi...

Ma dico, stiamo scherzando? Questi mi hanno cambiato unilateralmente le condizioni di contratto!! Io ho sottoscritto la carta triennale supponendo di poter godere sempre dello sconto immediato sui libri, e adesso non è più così... se lo scorso autunno avessi saputo che avevano queste belle intenzioni, non avrei mica sottoscritto la tessera triennale, al massimo l'avrei rifatta annuale e poi arrivederci.

E come ciliegina sulla torta, la scorsa settimana, prima di venire a conoscenza di questi "bei" cambiamenti, ho fatto un ordine di 3 libri sulla Fnac online (dove c'era il 30% di sconto), con consegna prevista entro 24 ore dal pagamento (indicando che sarei passata a ritirare la merce in negozio, c'è anche questa possibilità). Bè, io ho fatto il pagamento tramite bonifico, e da venerdi la Fnac si gode i miei soldini, mentre sabato ho ricevuto una mail che mi informava che erano tanto tanto spiacenti, ma che c'era stato un problema inatteso con l'approvvigionamento da parte dei loro fornitori, e che la consegna era posticipata in un giorno fra il 21 e il 28 maggio. Speravano di poter fare il prima possibile, poveri cari...
Ad oggi io sto ancora aspettando comunicazione, ma se ripasso sul sito e provo a visualizzare i 3 libri che ho ordinato, me li mostra come disponibili tutti in 24 ore!! (anche perché sono 3 libri facilmente reperibili, nulla di trascendentale)

Direi che la "cara" Fnac non sarà più una delle mie librerie preferite, no davvero! Due "sgarri" simili in una settimana mi hanno decisamente mal disposta...

sabato 14 maggio 2011

salone del libro

Son rientrata da poche ore dall'appuntamento annuale con il Salone del Libro, e scampata per un pelo a un temibile temporale. Per evitare le fiumane di gente del sabato e della domenica, mi sono presa un giorno di ferie per andarci oggi, venerdì.

Le biglietterie aprono alle 10. Previdenti, io e la mia amica ci siamo incontrate verso le 9.15 davanti ai cancelli, e c'era già gente in coda. Passaggio scorrevole, comunque, e in cinque minuti eravamo dentro, pronte ad attraversare tutto il Lingotto e tutto l'Oval per raggiungere la sala dove alle 10.30 era previsto l'intervento di Alberto Angela, momento clou (per me) di questa giornata fieristica XD Peccato che nel frattempo dovevamo anche fare la coda al punto Green Point per avere i biglietti con cui accedere alla conferenza di Margherita Hack prevista nel pomeriggio.

Piccola parentesi: al Salone alcuni degli incontri con gli autori più famosi - quelli dove è prevista maggiore affluenza di pubblico - richiedono che ci si procuri un ulteriore biglietto a un determinato sportello interno, gratuito certo, ma per ottenere il quale bisogna nuovamente fare coda. Inoltre i biglietti per gli incontri previsti fino alle 16 vengono distribuiti già dal mattino, sino ad esaurimento, mentre se si è interessati a un incontro che comincia dopo le 16, bisogna interrompere quello che si sta facendo, magari dall'altra parte del Lingotto Fiere, e rimettersi in coda a partire dalle 14.30, anche qui fino a esaurimento. Insomma è una procedura un po' complicata, e inoltre ciascuno può prendere massimo 2 biglietti a testa per 2 incontri nel corso della giornata, a volte bisogna fare dei compromessi...

Ad ogni modo, mentre io mi sono messa in coda, ho mandato la mia amica a prendere i posti nella sala dove doveva parlare Alberto Angela, ma lei non deve aver capito molto bene il senso della sua missione perché alla fine, quando sono riuscita a raggiungerla, eravamo sistemate un po' indietro e in posizione laterale, mannaggia...

Vabbè, ad ogni modo sono riuscita a vedere Alberto Angela piuttosto da vicino (tra l'altro mi era già capitato di incontrarlo lo scorso inverno in centro a Torino), e che dire se non che io adoro quest'uomo?
L'incontro verteva sulla presentazione del suo ultimo libro "Impero. Vita quotidiana nell'antica Roma" - che ammetto di non aver ancora acquistato né letto, dato che sto aspettando che esca in economica (21 euro non li spendo a cuor leggero per un libro nuovo). Angela è andato avanti per un'ora buona a ripercorrere i capitoli del libro, narrando dell'itinerario di questo sesterzio da lui usato come stratagemma per parlare dei diversi luoghi dell'impero romano, dall'Italia sino ai remoti avamposti scozzesi (dove le case erano costruite in legno, un po' come una sorta di Far West ante litteram, e gli uomini portavano strani pantaloni - a differenza dei romani che vestivano le tuniche), alle terre germaniche, ai luoghi nel Nord Africa (Leptis Magna ad esempio, di cui si è chiesto quali fossero le sorti in seguito agli attuali bombardamenti nell'area). Le tappe sono state occasione per parlare della grande organizzazione delle legioni romane, che erano un esercito altamente specializzato ed efficiente, una vera macchina da guerra; e del sistema romano che dava cittadinanza e inglobava al suo interno i popoli conquistati, gli ex-barbari che spingevano alle sue frontiere. Un esempio citato da Angela è Settimio Severo, imperatore proveniente dal nord Africa, che aveva probabilmente la pelle scura, anche se questa informazione non si nota dai busti di marmo giunti sino a noi. Tutti coloro che assumevano lo status di cittadino romano, di qualsiasi colore o religione, potevano arrivare sino alle più alte cariche (e spesso succedeva)... l'unica regola da rispettare era proprio quella di rispettare le regole esistenti della società romana - scusate il gioco di parole.
Al termine del racconto (e vi assicuro che è quasi come sentirlo in televisione, professionale e coinvolgente, con la differenza che qui dal vivo ha inserito anche qualche battuta) è stato possibile fare un paio di domande. Una ragazza gli ha chiesto "chi sarebbe stato Alberto Angela se fosse vissuto al tempo dell'impero romano", e lui ha risposto che sarebbe stato una figura tipo Plinio il Vecchio, un naturalista o comunque un pensatore che avrebbe adoperato gli strumenti e le conoscenze disponibili al tempo per cercare di capire le stelle, la natura circostante, etc... E poi, visto che già c'era poco tempo per fare le domande, qualcun'altro gli ha fatto una domanda MOLTO intelligente e gli ha chiesto a chi si era ispirato per il suo mestiere. Non credo che ci fosse bisogno di chiederglielo, visto che conosciamo tutti chi è suo padre. XD

Finito l'incontro, io e la mia amica ci siamo fatte un giro nel padiglione dell'Oval, dove già ci trovavamo. Questo padiglione viene adoperato quest'anno per la prima volta dal Salone del Libro, ed è stato realizzato un percorso coperto che lo collega al Lingotto Fiere (da cui lo separa uno spazio di parcheggio, non è distante). Qui c'è un interessante angolino (chiamato della "Tentazione e meditazione"), dove il fior fiore dei cioccolatai piemontesi (les maitres chocolatiers) espongono e vendono i loro prodotti, in carinissimi stand costruiti con volumi tricolori di cartapesta. Carino, e ci sono anche diversi assaggini gratuiti.
Sempre nell'Oval vi è poi la mostra "1861-2011 L'italia dei libri", che si propone di raccontare 150 anni di storia letti attraverso 150 grandi libri, che hanno contribuito a plasmare il costume, il gusto e il pensiero degli italiani. Però secondo me la scelta dei titoli esposti resta arbitraria.
Abbiamo poi proseguito rientrando nel Lingotto Fiere e ci siamo esplorate tutto il Padiglione 3, in lungo e in largo, assistendo a un pezzo di un incontro con Emma Bonino e spendendo più di 11 euro in francobolli commemorativi di Italia150 e argomenti vari. Per la prima volta (almeno per quanto mi ricordi) quest'anno c'era uno sponsor mangereccio che distribuiva gratis sacchettini di mini crackers e sfogliatine salate, per cui facendo avanti e indietro un paio di volte siamo anche riuscite a fare un mini-pranzo.
Ridendo e scherzando si erano quasi fatte le 14, per cui siamo ritornate sui nostri passi verso la Sala oval dove eravamo state al mattino, stavolta per assistere all'incontro con Margherita Hack e Viviano Domenici. Io non sapevo bene quanti anni avesse la Hack, credevo che fosse sulla settantina avanzata, ma quando ha detto di avere 89 anni sono rimasta di sasso... complimenti! La professoressa Hack ha parlato dei suoi ultimi due libri (pare infatti che ne scriva almeno un paio l'anno, ri-complimenti!), e anche lei a fine incontro è stata sottoposta a diverse domande, a partire dal nucleare (scelta che lei condivide), al giudizio sulla tv e sul giornalismo scientifico in Italia, passando per un paio di domande più "astronomiche", più da addetti ai lavori.

Al termine di quest'incontro abbiamo ripreso il largo verso i padiglioni del Lingotto Fiere che non avevamo ancora visitato, e ne ho approfittato per caricarmi sempre più di cataloghi vari (quest'anno sono stata previdente e sono andata con il trolley, almeno avevo le ruote per trascinarmi i kg di carta), e soprattutto per prendere informazioni di prima mano sugli e-book reader ai vari stand. Infatti, nonostante sia più o meno da Natale che ho l'idea di comprarmi un e-book reader, non l'ho ancora fatto - un po' perché avevo ancora dei punti oscuri, e un po' perché li trovavo ancora cari e speravo che il costo scendesse un pochino. Ma questo mi pare un pio desiderio, perché nel corso degli ultimi mesi non è avvenuto (almeno per i modelli che ho adocchiato io). Ad ogni modo, oggi mi sono fatta un'idea più precisa.


Ho poi comprato un paio di libri remainders allo stand del Libraccio, giusto perché non si dica che non ho comprato nemmeno un libro al Salone del Libro XD Infine, dopo le 17, abbastanza provate, io e la mia amica ci siamo accasciate sulle sedie dello stand in quel momento più vicino, vale a dire quello della Rai. In quel momento c'era Elisa Isoardi (la conduttrice di Linea Verde), insieme al team della trasmissione, che presentavano un libro sui "Borghi da gustare. 25 itinerari gastronomici", e così ci siamo ascoltate la parte finale dell'intervento. La Isoardi io la trovo simpatica, e trovo anche che in Linea Verde se la cavi piuttosto bene.

Dopo aver combattuto aspramente per riuscire a chiudere il trolley (con tutto quello che conteneva), ho poi gettato la spugna e intorno alle 18 mi sono diretta verso la strada di casa, esausta ma soddisfatta. E dopo mezzora di metro, per un pelo sono riuscita ad arrivare alla macchina giusto prima che si scatenasse un mezzo diluvio.
E anche per quest'anno è fatta!

giovedì 12 maggio 2011

strade pedonali

Concedetemi cinque minuti di polemica. Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse se nel concetto di via pedonale rientrano:

- i ciclisti (salvatori dell'ambiente, né!) che sfrecciano come tanti piccoli corridori, alcuni con traiettoria immancabilmente retta anche se ci sono un sacco di pedoni, altri invece slalomando allegramente in mezzo alla gente;

- le varie Bmw e Mercedes perennemente parcheggiate in mezzo, guarda caso sotto gli uffici dell'avvocato, del notaio di turno o della camera di commercio (in pratica la pedonalizzazione della via serve solo a togliere il parcheggio per la vile plebaglia, ma per qualcuno continua a restare - e a divenire privilegio, stavolta anche gratis perché non ci sono più le strisce blu);

- i furgoncini di carico/scarico merci a tutte le ore del giorno (e vabbé trovarli al mattino: è naturale che i negozi debbano ricevere le merci, ma com'è che me li trovo anche nel tardo pomeriggio?);

- i taxi che passano beatamente (ma loro sono forse esentati in quanto trasporto pubblico? E se è così allora facciamo passare anche i torpedoni turistici a due piani, oppure un tram, magari a raso così può sempre arrotare qualche fastidioso pedone che pretenderebbe di passeggiare nella strada senza dover stare sempre all'erta;

- i dehors dei locali, che visto che adesso nella via passa più gente, allora si allargano mettendo tavolini, sedie e ombrelloni almeno fino alla metà della strada, collocando magari anche dei bei pannelli divisori o dei cordoni per delimitare l'area;

- dulcis in fundo, l'incrocio con la strada ortogonale (dove le macchine giustamente passano) pavimentato esattamente come la via da cui si proviene - logico che un pedone non faccia attenzione e non si renda conto che invece lì deve di nuovo guardare a destra e sinistra prima di attraversare...

Ma cosa si può pretendere in una città dove l'assessore alla viabilità, negli ultimi dieci anni, è stata una signora che faceva la professoressa in una scuola e non ha mai nemmeno avuto la patente? Sarebbe cosa buona e giusta che un assessore conoscesse almeno un minimo la materia su cui ha competenza...

martedì 10 maggio 2011

i love shopping

Ho rivisto ieri sera il film basato su "I love shopping" e, forse perché è ormai passato un po' di tempo da quando avevo letto i libri, mi sono resa particolarmente conto di quanto la pellicola sia differente dai libri (parlo al plurale perché "I love shopping" è soltanto il primo libro della serie dedicata a Becky Blomwood, ma poi ce ne sono alcuni altri).


I libri della serie mi erano piaciuti, e li avevo davvero trovati esilaranti. Ma quanto era spassosa la Becky dei libri? E quanto di lei si poteva ritrovare nel lettore stesso? Pur non arrivando (neanche lontanamente!) ai suoi eccessi mi ero anche riconosciuta in alcuni suoi atteggiamenti: quante volte avevo comprato cose che non mi servivano davvero, soltanto perché ero un po' giù o perché pensavo che si trattasse di un'offerta da non perdere? Solo intorno al quarto libro, o giù di lì, ho però cominciato a dirmi che Becky è davvero un'immatura viziata che non impara mai dai propri sbagli, e si merita i casini nei quali va a cacciarsi (anzi, in quel libro io mi sono ritrovata molto più simile alla sorella, quindi totalmente agli antipodi rispetto a lei).

Comunque questa serie di libri, seppur leggera e poco impegnativa da leggere, si può vedere anche sotto una luce più profonda. A mio parere l'autrice è un'acuta osservatrice del costume e dei comportamenti della nostra società. Qualcosa di Becky c'è in tutti noi, e alla fine non si tratta di un personaggio completamente negativo, ma è invece una ragazza fondamentalmente buona, carina e intraprendente, che finisce nei guai spesso per colpa sua (e non sa fermarsi), ma non capita certo a causa di una sua cattiveria d'animo. E' vero che a volte - mentre leggi - ti verrebbe da torcerle il collo, ma in maniera bonaria, perché alla fin fine ti dispiace per lei...
Questo a proposito dei libri, di cui do un giudizio complessivo positivo.

Invece della Becky ritratta nel film non riesco a salvare granché: per tutta la durata mi veniva voglia di scuoterla, bruciarle la carta di credito (ehm... le carte) e costringerla a non dire balle a mezzo mondo a proposito del tizio del recupero crediti. Quante figure imbarazzanti si sarebbe risparmiata?
E com'è che il solito golden boy sempre presente nei libri della Kinsella, l'affascinante giovane uomo d'affari e di successo che si trova notoriamente a ogni angolo di strada, si innamora comunque (e nonostante tutto) di questa bugiarda patologica dai capelli arancioni? Quale aspetto della sua personalità l'avrà particolarmente colpito?
Inoltre, del film non mi è piaciuta l'ambientazione intera a New York. Becky è inglese, così come la sua famiglia, e nella serie "libresca" si trova in trasferta a N.Y soltanto dal secondo libro. Quindi il film non riesco a promuoverlo: è carino e si fa guardare, ma non possiede la verve e il carattere dei libri.

sabato 7 maggio 2011

penne nere


Da due giorni Torino è allegramente invasa da penne nere e camicie a quadrettoni. Siamo infatti nel bel mezzo dell'adunata nazionale degli alpini, e le stime dicono che siano arrivate in città almeno 500mila persone.
In ogni angolo del centro città si trovano gazebo con pintoni di vino, barilotti di birra, panini e porchette, sulle note di cori e fanfare. Il tutto in un'atmosfera molto gioiosa ed allegra.