martedì 14 giugno 2011

marmellate oltre confine

Mi chiedo quali arcane leggi di marketing abbiano fatto sì che in Italia la marmellata di rabarbaro non si trovi comunemente nei supermercati. Io amo la marmellata di rabarbaro, forse proprio perché di solito non si trova facilmente.

Ogni volta che mi trovo all'estero, tipicamente in Gran Bretagna o in Francia, approfitto delle semplici tappe al supermercato per comprarmene un vasetto, almeno uno (non posso ahimé comprarmene di più dato che poi c'è sempre la questione bagaglio, e non posso riempirmi lo zaino di vasetti fragili e pesanti). E lo pago una cifra ragionevole, esattamente come la marmellata di fragole o di albicocche, comunque di solito sempre meno di due euro.

Intendiamoci, non è che in Italia sia impossibile trovare questo tipo di marmellata. Solo che non la vendono al supermercato: bisogna ingegnarsi e cercarla nei negozietti che vendono specialità gastronomiche dal mondo. A Torino ne ho trovata, senza troppa fatica, in due negozi di questo tipo, dove importano tutta una serie di goloserie da vari paesi del mondo (compresi tè, biscotti vari e altre prelibatezze - fra cui anche la marmellata di zenzero inglese), e da Eataly, dove però si trattava di marmellata di rabarbaro fatta da produttori artigianali piemontesi.

Il problema però è il costo, perché in questi negozietti un vasettino da due etti e mezzo costa anche più di 7 euro. Diventa costoso garantirsi una fornitura regolare del prodotto.

Ora, io mi chiedo: perché noi italiani non abbiamo diritto di mangiare, a prezzi civili, la marmellata di rabarbaro? Perché non ce la propongono insieme a tutti gli altri gusti? Qualcuno ha mai fatto una ricerca di mercato che abbia stabilito che gli italiani la lascerebbero invenduta sugli scaffali?
Ci propongono addirittura la marmellata di arance (che a me non piace), amarognola e particolare, ma quella di rabarbaro no... com'è possibile?

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