sabato 24 marzo 2012

quattro giorni londinesi/2

Sabato (2° giorno)
La nostra prima tappa di sabato mattina è stata Portobello Road. Il tempo sembrava abbastanza decente: appena uscite dall'albergo era un po' nuvoloso, ma nella tarda mattinata sarebbe uscito un bel sole che ci avrebbe regalato bellissime visioni di un cielo londinese completamente azzurro, con qualche rada nuvoletta bianca - cosa volere di più? Trovandoci nelle vicinanze di Paddington, non ci è sembrato così conveniente prendere la metro per una sola fermata, ma ci siamo dirette verso Portobello/Notting Hill a piedi, attraversando Bayswater e costeggiando il bordo nord dei Kensington Gardens. Lungo il tragitto siamo passate in Craven Road, e al numero 7 la mia amica si è fatta la fotografia davanti al portone - per chi non lo sapesse, questo numero civico è l'indirizzo londinese di Dylan Dog; ma invece della casa dell'indagatore dell'incubo dei fumetti, nella realtà c'è un anonimo hotel. Evidentemente in Inghilterra Dylan Dog dev'essere pressapoco sconosciuto, perché altrimenti un albergatore che fosse un minimo smaliziato potrebbe tranquillamente chiamarlo "Dylan Dog Hotel", aggiungere qualche elemento in tema tipo campanello urlante, statue di mostri nella hall, stanze con nomi dei personaggi etc, pubblicizzarlo un po' (soprattutto fra la clientela italiana, che a Londra non manca mai) e potrebbe anche permettersi di chiedere prezzi più alti - secondo me avrebbe un successone :-)

Imboccando Pembridge Road ci siamo inserite anche noi nella fiumana di persone che si dirigevano verso Portobello Road: al sabato mattina c'è davvero un carnaio. La via è costeggiata da vetrine di negozietti e dopo aver passato Westbourne cominciano le bancarelle di bric à brac lungo la strada, oltre alle botteghe: vecchie bambole e peluches (Paddington Bear fa la parte del leone), chincaglierie, piatti, argenterie, teiere, stampe e poster, vecchie macchine fotografiche, attrezzi per il giardinaggio, gioielli, abiti, cappelli, borse etc... C'era veramente moltissima gente, troppa per i miei gusti, e dopo pochi isolati abbiamo deviato verso Notting Hill, facendoci una tranquilla passeggiata. Ci siamo fermate in una caffetteria, e mentre ci trovavamo là dentro il cielo si è definitivamente rasserenato: così siamo poi ritornate su Bayswater e siamo entrate nei Kensington Gardens.

Nell'angolo nord ovest si trova il Princess Diana Memorial Children's Playground, un bel parco giochi dedicato alla memoria della principessa, recintato da una bassa palizzata in legno. Al suo interno c'è addirittura un mini galeone dentro cui i bambini possono giocare ai pirati (e non solo). L'accesso al playground è consentito soltanto ai bambini, ciascuno dei quali può essere accompagnato da un adulto. Gli adulti senza bambini che vogliano visitare il posto lo possono fare soltanto dalle 9 alle 10 di mattina.
Sono rimasta piacevolmente colpita dalle prospettive e dall'ampiezza del parco. Anche a Torino abbiamo dei parchi, ma i Kensington Gardens (con Hyde Park) mi sono sembrati molto più inseriti nella quotidianità dei londinesi, più vissuti, più rispettati, più sicuri e più curati. C'erano tantissimi cani - piccoli e grandi - che scorrazzavano felici e senza guinzaglio, e che giocavano con i propri simili e con i loro padroni; intorno al Round Pond le persone davano da mangiare alle oche, ai cigni e ai piccioni, mentre alcuni bambini facevano navigare le loro barchette; un gruppo di baldi ragazzoni stava allenandosi a rugby; molte persone erano in perfetta tenuta da jogging. A un certo punto siamo arrivate nei pressi di una zona con un po' di boscaglia, e lì insieme ai piccioni c'era un gruppo di cinque scoiattoli grigi! Una mia amica aveva in mano un sacchetto con dei biscotti, e una delle bestiole non ha perso tempo ad arrampicarsi su per la sua gamba, per farsene dare uno... coraggioso ed intraprendente! Ma poi anche gli altri hanno fatto lo stesso, alternandosi, soltanto uno era più timido e restìo. Siamo state lì più di un quarto d'ora, a fare le foto agli scoiattoli e a dar loro pezzi di biscotti e crackers. Io non sono riuscita a farmi salire addosso nessuno degli scoiattoli (evidentemente sui miei jeans si sentiva troppo l'odore del mio cane, oppure gli stavo antipatica...), ma sono appena riuscita a convincerne uno a prendere il pezzettone di biscotto dalla mia mano. Salutati gli scoiattoli ci siamo imbattute, a nemmeno 50 metri di distanza, in un airone che sembrava essersi messo in posa accanto al vialetto. E pensare che ci trovavamo nel bel mezzo di una metropoli, ma questi animali sembravano del tutto a loro agio, pienamente a casa loro! La statua di Peter Pan era lì nei pressi, assediata da torme di giapponesi che la fotografavano a più non posso (e che non si schiodavano nemmeno dopo minuti e minuti di scatti, grrr...)
Abbiamo attraversato la Long Water e siamo passate dall'altra parte, condividendo il viale con gente che correva - in senso opposto al nostro - con dei numeri su dei pettorali (uno ce l'aveva addirittura scritto a mano su un foglio a quadretti, mentre un altro correva portando in braccio un grande coccodrillo peluche: di sicuro non era una gara professionale!). Da questo lato gli scoiattoli erano molto più numerosi, ma ormai non rappresentavano più una novità.


Abbiamo proseguito in direzione sud arrivando all'Albert Memorial e al quartiere dei musei di Kensington. La zona è ricchissima di istituzioni museali e accademiche: credo che per vedere con un minimo di decenza i musei di questa zona basterebbe a malapena una settimana, ma noi disponevamo al massimo di un'oretta o due, e io volevo assolutamente vedere il Natural History Museum. Essendo un sabato pomeriggio, il posto era pieno, oltre che di turisti, di famiglie con bambini. Per entrare dall'ingresso principale su Cromwell Road c'era una coda relativamente scorrevole, ma comunque lunga, che sicuramente avrebbe portato via mezzora (ad essere ottimisti). Meno male che esiste un ingresso laterale da Exhibition Road, dove siamo entrate senza la minima coda.
Da lì ci siamo attraversate l'intero museo (senza soffermarci su nulla, ahimé) per arrivare alla monumentale sala d'ingresso centrale, simile alla navata di una cattedrale, dove si staglia il grande scheletro del diplodoco (Dippy per gli amici). L'ambiente è spettacolare: il soffitto ha riproduzioni floreali, lungo le scalinate ci sono bassorilievi di animali e di piante tutti diversi, i costoni degli archi riportano statue di scimmie che si arrampicano. Sul pianerottolo centrale delle scale c'è una statua di Darwin, che pare guardare l'intero ambiente con occhi solenni. Già soltanto gli interni e gli esterni di questo edificio valgono di per sè la visita, ma anche le collezioni naturalistiche sono fra le più ricche e importanti del mondo. Se ne avrò la possibilità, in un prossimo viaggio a Londra mi piacerebbe dedicare a questo museo molto più tempo, perché lo merita davvero.

Uscite dal museo, abbiamo deciso di non farci fregare dall'orologio come la sera prima, e di mangiare cena a un orario molto più anticipato, proprio come la gente del posto...Peccato che non ci abbiamo granché azzeccato col posto: l'hamburger era abbastanza decente, ma le patatine sembravano passate nell'olio del meccanico talmente erano giallo-nere, però avevamo fame e quindi ce le siamo mangiate :-(
Sulla Brompton Road, abbiamo fatto una veloce tappa al Brompton Oratory, che è una delle chiese cattoliche principali di Londra: c'era in corso una funzione, e ci ha stupito vedere che nella navata, accanto a uno dei banchi in fondo c'era un labrador sdraiato ed accucciato, che aspettava pazientemente il padrone. In Italia non mi è mai capitato di assistere a una simile scena... è per tante piccole cose come questa che mi piacerebbe vivere in un paese anglosassone.

Al sabato Harrods chiude alle 8pm, quindi abbiamo avuto il tempo di fare un giro di almeno un'ora. Al pianterreno le Food Halls sono uno spettacolo per gli occhi e l'olfatto, circondato da Rooms of Luxury ed Egyptian Halls ricolme di pelletteria pregiata, profumi e cosmetici. Le sale dedicate al cibo emanano profumi e aromi che rappresentano una tentazione: mi sono studiata tutto il bancone dei salumi e dei formaggi per scoprire che c'erano moltissimi prodotti francesi e italiani "veri" (ovviamente a prezzi cari!). La sala della frutta e della verdura è coloratissima, e ha un assortimento vastissimo; la sala della macelleria e della pescheria è riccamente decorata con scene e statue che hanno a che fare con questi due temi; e poi c'è la sala dove si vendono cioccolato, praline e tè: lascio immaginare il profumo di quest'ultima...
Pur in possesso del libriccino con la Store Guide non è stato facile orientarsi nei piani superiori di questo grande magazzino, confesso che è stata più facile la metropolitana :-) Abbiamo girato un po' a casaccio. Al quarto piano c'è il Pet Kingdom con la Pet Spa, e se state pensando di non aver capito bene vi sbagliate: c'è davvero un centro di bellezza e toelettatura per cani (di lusso, aggiungerei), in mezzo a un reparto fantasmagorico dove si trova davvero tutto per gli amici a quattro zampe: trasportini, guinzagli, abbigliamento, cibo, giochi, spazzole e prodotti vari - già solo l'ampiezza e l'assortimento di questo reparto da soli farebbero un supermercato, di quelli grandi. Son davvero rimasta ammirata - e se non avessi un cane che distrugge tutto magari potevo anche comprargli qualcosa (e soprattutto se anche non fosse costato tutto così caro). Mentre uscivamo da Harrods abbiamo notato in mezzo alle scale mobili una statua un pochino kitsch di Dodi e Diana con un uccello che spicca il volo (e mi dicono che al piano inferiore ci fosse anche un vero e proprio memoriale, ma quello non l'abbiamo visto).

Dopo aver fatto tappa da Starbucks lì vicino (a Londra dove ti giri ce n'è uno! Ho perso il conto di quanti ne abbiamo visti...) abbiamo preso la linea Piccadilly e poi la Jubilee per arrivare sino a Westminster, per una visione "by night" del Big Ben e della ruota panoramica sul Tamigi. In effetti sino a questo momento non avevamo ancora usato i mezzi pubblici durante tutto il giorno, né metro né bus - avevamo soltanto scarpinato tantissimo durante tutto il giorno, quindi dovevamo sfruttare la London Travelcard.
Abbiamo cazzeggiato un po' su un muretto della Parliament Square, mangiandoci un tramezzino (fare cena alle sei vuol dire che poi ti viene ancora fame prima di andare a dormire, per forza!), anche perché la zona con le panchine era già presidiata dai Bobbies, dopo di che per tornare all'albergo ci siamo ripresi un bus rosso.
Capire il funzionamento delle fermate dei bus londinesi è stato un po' problematico, all'inizio, ma una volta chiarito l'arcano ci siamo affidate spesso a questi mezzi. In corrispondenza della pensilina con la fermata, ci sono due mappe delle linee che transitano di lì (una diurna e una notturna), con le indicazioni dei numeri dei bus. Una volta capito qual è la linea che ti serve, devi cercare sull'elenco riportato sotto la mappa qual è la lettera dell'alfabeto per cercare la collocazione della fermata sulla mappa. Questo poiché una palina non serve per tutte le linee che passano in un punto, ma in genere ci sono paline distanziate anche di diverse decine di metri (per non parlare degli incroci e delle piazze). La lettera dell'alfabeto è essenziale, e inoltre bisogna fare attenzione a non confondersi col senso di marcia (visto che la circolazione tiene la sinistra).
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