lunedì 3 settembre 2012

impero

Seguito ideale di "Una giornata nell'antica Roma". Anche stavolta si riesce benissimo ad immaginarsi Alberto Angela mentre ci sta "raccontando" ciò che ha scritto, come in uno dei suoi documentari.

L'espediente narrativo scelto per trattare i vari aspetti della vita romana in età imperiale, all'epoca di Traiano, nel momento di massima espansione dell'impero stesso, è quello di seguire i vari passaggi di una moneta, per l'esattezza un sesterzio.
Questo sesterzio viene seguito dal momento in cui viene forgiato (con l'effigie stessa dell'imperatore su un verso, e con la commemorazione di una delle sue conquiste militari sull'altro), passando di mano in mano sino a quando termina il suo "primo" giro in una sepoltura, e ancora nuovamente quando, oltre 1800 anni dopo, viene ritrovato dagli archeologi e "rimesso in gioco" (se vogliamo usare questo termine).
In questo modo il nostro Alberto Angela spazia attraverso le varie province dell'Impero, da quelle più barbariche del centro-nord Europa, sino a quelle mediorientali, e giungendo addirittura in India, terra con cui si intrattenevano rapporti commerciali.

Lungo la strada scopriamo vari aspetti del costume, della tecnologia, della società e delle usanze romane, e ci rendiamo spesso conto - spinti anche dalle continue sottolineature al riguardo dell'autore - di quanto la civiltà imperiale romana fosse davvero molto simile alla nostra attuale. In realtà questo è anche un po' preoccupante come pensiero, perché se Roma nel 476 è caduta probabilmente non è stata solo colpa dei barbari... non nascondo che durante la lettura ho pensato spesso che magari anche la nostra società (dati tutti questi parallelismi) prima o poi conoscerà lo stesso destino...

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