sabato 29 dicembre 2012

i segreti d'italia

Leopardi l’ha percorsa a disagio, sballottato in una carrozza, Shelley ci ha lasciato la vita, Garibaldi la salute: è l’Italia, da tempo immemorabile vituperata e ammirata, un Paese che pensiamo di conoscere ma che nasconde in ogni città, in ogni suo angolo un segreto. Compreso il più sconcertante: come mai le cose sono andate come sono andate? Come ha potuto diventare, questa penisola allungata di sbieco nel Mediterraneo tra mondi diversi, allo stesso tempo la patria dei geni e dei lazzaroni, la culla della bellezza e il pozzo del degrado?
Questo libro tenta una spiegazione in forma di racconto, accompagnandoci dalle cupe atmosfere della Palermo di Cagliostro all’elegante corte di Maria Luigia a Parma, dalla nascita del ghetto di Venezia alla eroica fiammata dell’insurrezione napoletana contro i nazisti.
Nel suo racconto dell’antropologia italiana, Augias mette a confronto due libri antitetici come Cuore di De Amicis e Il piacere di D’Annunzio, ricorda le truci storie di briganti che affascinarono Stendhal, celebra la resurrezione postbellica di Milano attraverso le glorie della Scala e del Piccolo Teatro, ma constata anche la decadenza di una classe dirigente...
Il risultato è il romanzo di una nazione, i cui protagonisti sono i luoghi, le opere, i monumenti, gli angoli oscuri del nostro Paese, le pagine della sua letteratura ma anche le storie esemplari o terribili nascoste nelle pieghe della cronaca. Perché è la memoria – della storia, dell’arte e del sangue – che fa degli italiani quello che sono, il solo strumento per illuminare i segreti coperti o dimenticati che riaffiorano puntuali a scandire il loro presente. Nel condurci in questa scoperta, Augias mescola vicende realmente accadute, ricordi personali, incontri intellettuali, suggestioni letterarie e opere d’arte di un’Italia ideale e paradossalmente più vera, perché “non basta guardarla com’è oggi l’Italia; per cercare di capire bisogna ricordare anche le molte vicende del suo passato, la dimensione immaginaria degli eventi, le sue ‘chimere’.”

Ho sempre trovato molto godibili ed interessanti i vari segreti di Parigi, Londra, New York, Roma e del Vaticano: libri pieni di storie, più o meno note, curiosità toponomastiche e dei luoghi, profili di personaggi o di momenti storici specifici. Una miniera di storie, che delineano l'atmosfera di una città.
 Pensavo che anche I segreti d'Italia si muovesse su questi binari, invece l'ho trovato un libro più "pesante". Qui ciò che resta a fine lettura, più che un arricchimento culturale, è una forte sensazione di sconforto - anche un po' di vergogna - e il dubbio se ci sia la possibilità di diventare in futuro una nazione normale, una comunità, dove il senso civico sia patrimonio di ogni cittadino, da nord a sud, e non soltanto di una parte della popolazione.

E poi mi chiedo quali saranno i "motivi personali ed editoriali" che hanno portato Augias, con suo grande rammarico (sue testuali parole), a tralasciare Torino, che viene citata soltanto en passant a proposito del libro Cuore?

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