giovedì 21 maggio 2015

paddington


In quanto bimba italiana cresciuta negli anni Settanta non possiedo una conoscenza di prima mano dell'orsetto Paddington (se tralasciamo una canzoncina di un telefilm/cartone che non ricordo di aver mai visto, ma che avevo su una cassetta musicale), però da brava anglofila so chi è. E questo è tutto il background con cui mi sono apprestata a guardare "Paddington", l'altra sera.

Credevo che fosse principalmente un film per bambini, e invece ho avuto una bella sorpresa. Il film è davvero delizioso e tenero, molto British e ricco di situazioni esilaranti.


La storia è molto semplice. Un giovane orsetto perde quasi tutta la propria famiglia (e la sua casa nella foresta del Profondo Perù) in seguito a un terremoto. Decide così di andare a Londra, che lo zio Pastuzo gli aveva raccontato essere il luogo da cui tanto tempo prima era arrivato Lord Clyde, un esploratore che gli aveva detto che a "Londra sarebbero sempre stati i benvenuti".
E così l'orsetto parte, armato soltanto di una valigia piena di barattoli di marmellata d'arance, del cappello rosso dello zio, e con un cartellino intorno al collo che dice 'per favore prendetevi cura di questo orso'.
Una volta arrivato a Londra, però, l'orsetto scopre che non è facile trovare rifugio in una casa, e viene accolto (momentaneamente, nelle intenzioni del capofamiglia) dalla famiglia Brown - babbo, mamma e due ragazzini - che gli dà il nome Paddington, avendolo trovato proprio in quella stazione. A casa Brown, Paddington darà il via a una serie di piccoli esilaranti incidenti domestici.
Trovare traccia del vecchio esploratore non sarà facile, e per Paddington potrà anche rivelarsi più pericoloso del previsto...


mercoledì 13 maggio 2015

il negozio dei biscotti


Immaginate di entrare in un grande negozio dove vendono biscotti di varie forme e consistenze, un negozio dove siete letteralmente circondati da scaffali color giallo-sole che straripano di scatole di latta colorate, piccole e grandi. Immaginate che all'ingresso ci siano delle gentili signorine che vi chiedono se volete assaggiare pezzetti di biscotto, olives au chocolat, calissons (pasticcini/biscotti tipici provenzali), oppure bonbon ricoperti di cioccolato: sembra brutto dir loro di no, non credete?
Immaginate anche che se aguzzate la vista e guardate i prezzi vi viene un piccolo colpo, ma non curatevene troppo e proseguite il giro. Un paio di  biscotti, belli pesanti, si possono senz'altro acquistare investendo qualche euro.

Sono entrata per la prima volta in un negozio come questo ad Aix-en-Provence, nella piazza davanti al municipio, credendo di essermi miracolosamente imbattuta in una versione provenzale del Bengodi.

Ma nei giorni successivi, durante il soggiorno in Provenza, mi sono resa conto che si trattava di una catena di negozi (La Cure Gourmande) presente in quasi tutte le cittadine della zona.
E una volta rientrata a casa mi sono documentata, e ho scoperto che in realtà questi negozi sono sparsi anche per il resto della Francia e in Belgio.

Naturalmente, in ogni posto dove lo trovavamo, io e le mie amiche ci facevamo tappa obbligata, ciondolando con nonchalance nel negozio e approfittando degli assaggini gentilmente messi a disposizione, in perfetto stile da turisti-scrocconi... A questo riguardo, ad Aix gli assaggini erano stati molto generosi (o forse si è trattato dell'entusiasmo della prima volta), mentre in altri posti sono stati decisamente microscopici, ma tant'è...