martedì 14 luglio 2015

the scottish prisoner

I lettori della saga Outlander di Diana Gabaldon troveranno una parentesi di estremo interesse anche in "The Scottish prisoner", che non fa propriamente parte della serie, ma viene di solito inserito nella lista dei libri dedicati a Lord John Grey.
In effetti la figura in primo piano è  Lord John, ma in questo titolo è co-protagonista a tutti gli effetti Jamie Fraser. E se siete lettori di Outlander non credo vi serva altro per spingervi alla lettura.

Cronologicamente, le vicende si svolgono nel 1760 (all'incirca da aprile a fine ottobre), verso la metà di "Voyager" ("Il cerchio di pietre" se fate riferimento alle edizioni italiane), quando Jamie vive a Helwater, come stalliere presso i Dunsany, sotto la responsabilità di Lord John. Il piccolo William è già nato, e ha circa un paio d'anni.

Per Jamie Fraser, rilasciato sulla parola nel remoto Lake District, la vita potrebbe anche andare peggio: non è stato esiliato nelle colonie occidentali a tagliare canna da zucchero, ed è abbastanza vicino al figlio che non può rivendicare come proprio. Ma la sua tranquilla esistenza sta per essere agitata, interrotta prima dai sogni della moglie perduta, Claire, poi dalla comparsa di Tobias Quinn, un irlandese ex-compagno delle sollevazioni giacobite.

Come molti giacobiti sopravvissuti, e non imprigionati, Quinn è ancora dedito alla Causa. Il suo ultimo piano riguarda un'antica reliquia che sarà in grado di radunare gli irlandesi.
Jamie non vuole più averci nulla a che fare - ha giurato di lasciar perdere la politica, la lotta e la guerra. Sino a quando Lord John Grey spunta con una richiesta che lo porterà di nuovo lontano da tutto ciò che ama.

Lord John - aristocratico, soldato e spia occasionale - si ritrova in possesso di un pacchetto di documenti esplosivi che denunciano  un caso schiacciante di corruzione nei confronti di un ufficiale britannico. Ma alludono anche a un pericolo più insidioso. Il tempo è essenziale, man mano che l'indagine spinge Lord John verso l'Irlanda, con uno sconcertante messaggio in versi scritto in "Erse", la lingua degli Highlanders scozzesi. Lord John, che ha gestito dei prigionieri giacobiti quando era governatore del carcere di Ardsmuir, e il duca Hal, suo fratello, pensano che Jamie potrebbe essere in grado di tradurre - ma lui accetterà di farlo?

Presto Lord John e Jamie diventano compagni di indagine sulla strada per l'Irlanda, un paese i cui castelli nascondono segreti, e le cui paludi nascondono le ossa dei morti.

Un ritorno accattivante al mondo creato da Diana Gabaldon, un'altra storia epica che consiglio di procurarsi a tutti gli appassionati di Outlander.
(p.s. Nel momento in cui scrivo non mi risulta che il libro sia mai stato tradotto in italiano.)

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